sono contenta di ricevere il tuo nido sopra
il nascimento de’ mia rami, insieme colla tua
famiglia, sanza pagamento d’alcun fitto. Allora
la gazza, fatti e fermi alquanti capitoli1
di novo col salice, e massime che
biscie o faine sopra sè mai non accettassi;
alzata la coda e bassato la testa, e gittatasi
dal ramo, rendè il suo peso all’ali. E
quelle battendo sopra la fuggitiva aria, ora
qua, ora in là curiosamente col timon della
coda dirizzandosi, pervenne a una zucca, e
con bel saluto, e alquante bone parole, impetrò
le dimandate semenze. E condottele
al salice, fu con lieta cera ricevuta; e raspato
alquanto co’ piè il terreno vicino al
salice, col becco, in cerchio a esso, essi
grani piantò. Li quali, in brieve tempo, crescendo,
cominciò, collo accrescimento e aprimento
de’ sua rami, a occupare tutti i rami
del salice, e colle sue gran foglie a torle la
bellezza del sole e del cielo. E, non bastando
tanto male seguendo2 le zucche
minciò, per disconcio peso, a tirare le cime
de’ teneri rami inver la terra, con istrane
torture e disagio di quelli. Allora scotendosi
e indarno crollandosi, per fare da sè
- ↑ patti.
- ↑ venute in seguito, nate e cresciute.