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le favole. 15


notritiva imaginazione, con subito assalimelo li corse nel pensiero la zucca; e crollato tutti i rami per grande allegrezza, parendoli avere trovato compagnia al suo disiato proposito — imperò che quella è più atta a legare altri, che essere legata. — E fatta tal diliberazione, rizzò i sua rami inverso il cielo, attendea aspettare qualche amichevole uccello, che li fusse a tal disiderio mezzano. In fra’ quali, veduta a se vicina la gazza, disse inver di quella: 0 gentile uccello, io ti priego, per quello soccorso, che a questi giorni, da mattina, ne’ mia rami trovasti, quando V affamato falcone, crudele e rapace, te voleva divorare; e per quelli riposi, che sopra me ispesso hai usati, quando l’ali tue a te riposo chiedeano; e per quelli piaceri, che, infra detti mia lami, scherzando colle tue compagne ne tua amori, già hai usato: io ti priego,. che tu truovi la zucca e impetri da quella alquante delle sue semenze, e di’ a quelle che, nate ch’elle fieno, ch’io le tratterò non alti ementi, che se del mio corpo generate l’avessi; e similmente usa tutte quelle parole, che di simile intenzione persuasiva sieno, benchè a te, maestra de’ linguaggi, insegnare non bisogna. E se questo farai, io