notritiva imaginazione, con subito assalimelo
li corse nel pensiero la zucca; e crollato
tutti i rami per grande allegrezza, parendoli
avere trovato compagnia al suo
disiato proposito — imperò che quella è più
atta a legare altri, che essere legata. — E
fatta tal diliberazione, rizzò i sua rami inverso
il cielo, attendea aspettare qualche
amichevole uccello, che li fusse a tal disiderio
mezzano. In fra’ quali, veduta a se
vicina la gazza, disse inver di quella:
0 gentile uccello, io ti priego, per quello
soccorso, che a questi giorni, da mattina,
ne’ mia rami trovasti, quando V affamato falcone,
crudele e rapace, te voleva divorare;
e per quelli riposi, che sopra me ispesso
hai usati, quando l’ali tue a te riposo chiedeano; e per quelli piaceri, che, infra detti
mia lami, scherzando colle tue compagne
ne tua amori, già hai usato: io ti priego,.
che tu truovi la zucca e impetri da quella
alquante delle sue semenze, e di’ a quelle
che, nate ch’elle fieno, ch’io le tratterò non
alti ementi, che se del mio corpo generate
l’avessi; e similmente usa tutte quelle parole,
che di simile intenzione persuasiva
sieno, benchè a te, maestra de’ linguaggi, insegnare
non bisogna. E se questo farai, io