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le favole. 13


preso dalla ragna1 e còlti de’ rami per fare gabbia, per incarcerare esso merlo, - toccò, infra l’altri rami, al sottile rovistrice a fare le vimini de la gabbia; le quali vedendo essere causa della persa libertà del merlo, rallegratosi, mosse tali parole: - O merlo!, i’ son qui non ancora consumato, come dicevi, dal foco; prima vederò te prigione, che tu me bruciato!

XXV. — la noce e il campanile.

Trovandosi la noce essere dalla cornacchia portata sopra un alto campanile, e per una fessura, dove cadde, fu liberata dal mortale suo becco; pregò esso muro, per quella grazia, che Dio li aveva dato dell’essere tanto eminente e magno e ricco di sì belle campane e di tanto onorevole suono, che la dovessi soccorrere; perchè, poichè la non era potuta cadere sotto i verdi rami del suo vecchio padre, e essere nella grassa terra ricoperta delle sue cadenti foglie, che non la volessi lui abbandonare: imperò ch’ella trovandosi nel fiero becco della fiera cornacchia, ch’ella si votò, che, scampando da essa, voleva finire la vita sua ’n un picciolo

  1. rete.