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14 | le favole. |
. frutti tua escino, stracciati e storpiati, fora dell’armata casa; e io sono con diligenza tocco dalle mani, e non, come te, da bastoni e da sassi.—
XXIV. — il rovistico e il merlo.
Il rovistrico,1 sendo stimolato nelli sua sottili rami, ripieni di novelli frutti, dai pungenti artigli e becco delle importune merle, si doleva con pietoso rammarico inverso essa merla, pregando quella, che, poichè lei li toglieva i sua diletti frutti, il meno non lo privassi de le foglie, le quali lo difendevano dai cocenti raggi del sole, e che colV acute unghie non scorticasse e disvestisse della sua tenera pelle. A la quale la merla, con villane rampogne, rispose: — Oh! taci salvatico sterpo! Non sai, che la natura t’ha fatti produrre questi frutti per mio notrimento? Non vedi, che se’ al mondo pei servirmi di tale cibo? Non sai, villano, che -tu sarai, nella prossima invernata notrimento e cibo del foco? — Le quali parole ascoltate dall’albero pazientemente, non sanza lacrime, infra poco tempo, - il merlo
- ↑ rovistico: pianta, ligustrum vulgare.