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le favole. 9


diliberato fare il simile, si caricò de’ sua in modo tale, che ’l peso di detti frutti lo tirò diradicato e rotto alla piana terra.

XIX. — l'olmo e il fico.

Stando il fico vicino all’olmo, e riguardando i sua rami essere sanza frutti, e avere ardimento di tenere il sole a’ sua acerbi fichi, con rampogne gli disse: - 0 olmo, non hai tu vergogna a starmi dinanzi? Ma aspetta che i mia figlioli sieno in matura età, e vedrai dove ti troverai. I quali figlioli poi maturati, capitandovi una squadra di soldati, fu da quelli, per torre i sua fichi, tutto lacerato e diramato e rotto. Il quale, stando poi così storpiato delle sue membra, l’olmo lo dimandò dicendo: - O fico, quanto era il meglio a stare sanza figlioli, che per quelli venire in sì miserabile stato!

XX. — le piante e il pero.

Vedendo il lauro e mirto tagliare il pero, con alta voce gridarono: - O pero! ove vai tu? ov’è la superbia, che avevi, quando avevi i tua maturi frutti? Ora non ci farai tu ombra colle tue folte chiome! Allora il pero rispose: -Io ne vo coll’agricola,. che mi taglia, e mi porterà alla bottega