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8 | le favole. |
della sua guaina, vide se essere tatto a similitudine
d’una rugginente sega, e la sua
superfìcie non rispecchiare piti lo splendente
sole. Con vano pentimento indarno pianse
lo irreparabile danno, con seco dicendo:
— Oli! quanto meglio era esercitare col bai biere
il mio perduto taglio di tanta sottilità
! Dov’è la lustrante superfìcie? certo
la fastidiosa e brutta ruggine l’ha consumata
! — Questo medesimo accade nelli ingegni,
che in scambio dello esercizio si danno
all’ozio; i quali, a similitudine del sopradetto
rasoio, perdono la tagliente sua sottilità,
e la ruggine dell’ignoranza guasta la
sua forma.
IX. —il giglio.
Il giglio si pose sopra la ripa di Tesino,1 e la corrente tirò la ripa insieme col giglio.
X. — il noce.
Il noce, mostrando sopra una strada ai viandanti la ricchezza de’ sua frutti, ogni omo lo lapidava.
- ↑ Ticino.