Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/53


le favole. 3


V. — quelli che s’umiliano, sono esaltati.

Trovandosi alquanta poca neve appiccata alla sommità d’un sasso, il quale era collocato sopra la strema altezza d’una altissima montagna, e raccolto in sè l’imaginazione, cominciò con quella a considerare, e infra sè dire:

— Or non son io da essere giudicata altera e superba, avere me, picciola dramma di neve, posto in sì alto loco, e sopportare che tanta quantità di neve, quanto di qui per me essere veduta po’, stia più bassa di me? Certo la mia poca quantità non merta quest’altezza, chè bene posso, per testimonianza della mia piccola figura, conoscere quello che ’l sole fece ieri alle mie compagne, le quali in poche ore dal sole furono disfatte; e questo intervenne per essersi poste più alto, che a loro non si richiedea. Io voglio fuggire l’ira del sole, e abbassarmi, e trovare loco conveniente alla mia parva quantità. — E gittatasi in basso, e cominciata a discendere, rotando dall’alte spiagge su per l’altra neve, quanto più cercò loco basso, più crebbe sua quantità, in modo che, terminato il suo corso, sopra