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relativi i miei Studi sulla filosofia naturale di Teonardo da Vinci. Modena, 1898, pag. 88-89. Pei- (e fonti cfr. Luca Pacioli, Divina proporzione. Venezia, 1509. Pag. lv.

98 Leonardo, nelle sue ricerche lente e faticose sulla caduta dei gravi, non & ina determinazione di nuella ieg|e degli snazì proporzionali ai quadrati dei tempi, che rese immortale Galileo Galilei. Il prn Cipio qui espresso è che il peso cadente e soggetto ad una forza di accelerazione c stante la quale fa si che l’aumento della distanza fra i gravi d.isc®"d®"51? ef"taoien® nroporzionale ai tempi della caduta. Intorno alle investigazioni di Leonardo sulla mce dei gravi si veda il Venturi, Essai sm les ouvraqes phisico-mathématiques de Leonai de Vinci. Paris, 1797, pag. lb; e le 1acute pa_ gine del Caverni, Stona del metodo **’ jy mentale in Italia. Firenze, 1895. voi. IV, pag. 69-80.

99 Tale concetto intorno ai moti equabili, tratto dalla meccanica aristotelica (Qucestiones mechanicce. Opera. Veneziall560. Vnl XI cap. II), è affermato vero dal Vinci nei limiti naturali: «Se una potenza moverà un corpo in alquanto tempo un alquanto spazio, la medesima potenza moveia la metà di quel corpo nel medesimo tempo due volte quello spazio, ovvero la medesima virtù moverà la metà di quel corpo pei tutto quello spazio nella metà di quel tempo» Manoscritto F, folio 26 v». - Ciò che Leo-