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25 ivi, cap. XXVI, pag. 112-113: Della vanagloria appropriata allo pavone.
26 Ivi, cap. XXVII, pag. 115-116: Della constanzia appropriata alla fenice.
27 Ivi, cap. XXVIII, pag. 117-118: Della incostanzia appropriata alla rondine.
28 Ivi, cap. XXIX, pag. 120-121: Della temperanza appropriata al cammello.
29 Ivi, cap. XXX, pag. 125: Della intemperanza appropriata al liocorno.
30 Ivi, cap. XXXI, pag. 128: Della umiltà appropriata allo agnello.
31 Ivi, cap. XXXII, pag. 133: Della superbia appropriata al falcone.
32 Ivi, cap. XXXIII, pag. 137: Dell’astinenza appropriata all’asino salvatico.
33 Ivi, cap. XXXIV, pag. 139: Della gola appropriata all’avvoltoio.
34 Ivi, cap. XXXV, pag. 141: Della castità appropriata alla tortora.
35 Ivi, cap. XXXVI, pag. 146: Della lussuria appropriata al pipistrello.
36 Ivi, cap. XXXVII, pag. 152-153: Della moderanza appropriata all’ermellino.
37 Si veda: Cecco Asculano, Lacerba. Venezia, 1492. Lib. Ili, cap. Ili, folio 32 r° e v°: Aquila.
38 Ivi, lib. Ili, cap. IV, folio 33 r°: De la natura de lumerpa.