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ricordato da Leonardo nel Codice Atlantico: folio 207 r°, e che è la fonte capitale di tutto il Bestiario del Vinci. Intorno a quest’ultimo si veda: A. Springer, Ueber den Physiologus des Leonardo da Vinci, in Berichte ùber die VerJiandlung der le. scichs. Gesell. d. Wissen. za Leipzig. Philolog.-Jiist. Classe. Leipzig, 1884. Fase. 3-4; e Goldstaub und Wendriner, Ein tosco - venezianischer Bestiarius. Halle, 1892. Pag. 240-254: Anhang zu Kap. VI ’, Exkurs iiber den Bestiarins des Leonardo da Vinci, che riavvicina al testo del manoscritto H passi di Solino, di Alberto Magno, di Ugo da San Vittore, di Vincenzo di Beauvais, del Neckam.

4 Fior di virtù, Roma, 1740. Cap. Ili, pag. 22-23: Del vizio dell invidia appropriato al nibbio.

5 Ivi, cap. IV, pag. 26: DelV allegrezza appropriata al gallo.

6 Ivi, cap. V, pag. 29: Del vizio della tristizia appropriato al corbo.

7 Ivi, cap. VII, pag. 34: Della virtù della pace appropriata al castoro.

8 Ivi, cap. VIII, pag. 37-38: Del vizio delV ira appropriato alV orso.

9 Ivi, cap. IX, pag. 43: Della virtù della misericordia, ed è appropriata a’ figliuoli dell uccello ipega.

10 Ivi, cap. XII, pag. 58: Del vizio delV avarizia appropriato alla botta.