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brutti. Allora il pittore rispose, che le pit¬ ture le fece di dì e i figlioli di notte. VI. — UN AMICO AD UN MALDICENTE. Uno lasciò lo usare con uno suo amico, perche quello spesso li diceva male delli amici sua. Il quale, lasciato l’ amico, un dì, dolendosi collo amico, e dopo il molto do¬ lersi, lo pregò che li dicesse quale fusse la cagione, che lo avesse fatto dimenticare tanta amicizia. Al quale esso rispose: — io non voglio più usare con teco per eh’ io ti voglio bene, e non voglio che, dicendo tu male ad altri di me tuo amico, che altri ab¬ biano come me a fare trista impressione di te, dicendo tu a quelli male di me tuo amico; onde non usando noi più insieme parrà che noi siamo fatti nimici, e per il dire tu male di me, com’ è tua usanza, non sarai tanto da essere biasimato, come se noi usassimo insieme. — VII. — DETTO DI UN INFERMO. Sendo uno infermo in articulo di morte, esso sentì battere la porta, e domandato uno de’ sua servi chi era, che batteva l’ uscio,..