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cesche, o perpetuato nella prosa accade¬ mica lino ai nostri giorni, sembra sia stato a lui sconosciuto. Una grande sem¬ plicità di mezzi, con la maggiore inten¬ sità di espressione, non è soltanto la legge della pittura e della scoltura del Vinci, ma ò anche quella delle sue dimostra¬ zioni scientifiche, delle sue descrizioni e narrazioni. I manoscritti sono pieni di cancellature, ed ogni cancellatura deterge una lieve oscurità, che vela V apprendi¬ mento del concetto: la lingua, atteggiata nello stile, è il terso vetro al di là del quale si distende limpido il pensiero. La definizione della Prospettiva è ripetuta da Leonardo più di dieci volte con un inces¬ sante mutar di spoglie, onde rivestirla della forma più evidente e più semplice (A, f. 3 r. 10 v.); una lettera a Giuliano de’ Medici è scritta e riscritta con con¬ tinui pentimenti, perchè il pensiero si adegui alla sua forma con la maggiore identità di segno e di significato. 278 r.) Allo stesso modo che il Vinci cer¬ cava nelle figure esterne della natura la