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IV. — COME IL MUTO È MAESTRO DEL PITTORE. Le figure delli omini abbiano atti propri alla loro operazione in modo che, vedendoli, tu intendi quello che per loro si pensa o dice ; li quali saranno bene imparati da eh’ imiterà li moti delli muti, li quali par¬ lano con movimenti delle mani e degli occhi e ciglia e di tutta la persona, nel voler esprimere il concetto dell’ animo loro. E non ti ridere di me, perchè io ti pro¬ pongo un precettore sanza lingua, il quale t’ abbia a insegnare quell’ arte, che lui non sa fare, perchè meglio t’insegnerà co’ fatti, che tutti li altri con le parole. E non sprez¬ zare tal consiglio, perchè loro sono li mae¬ stri de’ movimenti, e intendono da lontano di quel che uno parla, quando egli accomoda li moti delle mani con le parole. V. — IL PREGIO DELLA PITTURA STA NELLA RISPONDENZA DEL SEGNO AL SIGNIFICATO. Farai le figure in tale atto, il quale sia soffìziente a dimostrare quel che la figura ha nell’ animo, altrimenti la tua arte non fia laudabile. L. da Vinci. 22