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prefazione. xxxiii

stati apprezzati gli artisti. Il racconto delP aneddoto che il Bandello raccolse dalle labbra stesse dell’artista fiorentino, conserva in sè un po’ della freschezza primitiva e della potenza immaginosa propria di Leonardo.1

Quando il Vasari vuol cercare la causa del favore, che il Vinci godette alla corte dello Sforza, la trova nella sua arte di parlatore: «Sentendo il Duca i ragionamenti tanto mirabili di Leonardo, talmente s’innamorò delle sue virtù, che era cosa incredibile.2» Il memorabile passo dei Manoscritti, che insegna il modo di entrare nelle grazie altrui con l’accorto discorrere, mostra che il puerile racconto ha nel suo fondo qualche cosa di vero. (G, 49 r.) Che che ne sia, è certo che quella parte dei codici leonardiani che conserva qualche sentenza arguta e gentile, che le novelle

  1. Bandello, Novelle. Londra, Harding, 1740, vol. I, c. 3B3-364. Si ricordi come Matteo Bandello fosse ascritto al convento di Santa Maria delle Grazie. Cfr. Quetif et Echard, Script. Ord. Prcedicat., vol. II, pag. 155.
  2. Le Vite, vol. IV, pag. 28-29.