Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/363

dissima fortuna rivolgevan l’ acque sotto¬ sopra insieme colli morti, da quella anne¬ gati. E nessuna cosa più lieve che l’acqua era che non fussi coperta di diversi animali, i quali, fatti tregua, stavano insieme con paurosa collegazione,* infra’ quali eran lupi ^ volpi, serpi e d’ ogni sorte, fuggitori dall;?, morte. E tutte l’ onde percuotitrici de’ lor lidi, combattevan quelli, colle varie percus¬ sioni di diversi corpi annegati, le percus¬ sioni de’ quali uccidevano quelli, alli quali era restato vita. Alcune congregazioni d’ omini avresti potuti vedere, le quali con armata mano difendevano li piccioli siti, che loro eran ri¬ masti, da lioni, lupi e animali rapaci, che quivi cercavan lor salute. Oh ! quanti romori spaventevoli si sentivan per l’ aria scura,, percossa dal furore de’ tuoni e delle folgori, da quelli scacciate, — che per quella rugo¬ samente scorrevano, percotendo ciò che s’op- ponea al suo corso ! Oh ! quanti avresti ve¬ duti colle proprie mani chiudersi li orecchi per schifare l’ immensi romori, fatti per la tenebrosa aria dal furore de’ venti misti con pioggia, tuoni celesti e furore di saette I

  • aggruppamento.