Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/342

I PENSIERI. ciare la materia levata di soperchio alla stia opera, come può il pittore ; qui si risponde che quel che troppo leva, poco intende, e non è maestro. — Perchè se lui ha in pote¬ stà le misure, egli non leverà quello che non deve ; adunque diremo tal difetto es¬ sere dell1 operatore e non della materia. Ma di questi non parlo, perchè non sono maestri, ma guastatori di marmi. Li maestri non si fidano nel giudizio del- l’ occhio, perchè sempre inganna, come pro¬ va, chi voi dividere una linea in due parti eguali, a giudizio di occhio, che spesso la sperienza lo inganna; onde per tale sospetto li buoni giudici sempre temono, il che non fanno Pignoranti, e per questo, colla notizia della misura di ciascuna lunghezza, grossezza e larghezza de’ membri sempre si vanno al continuo governando, e cosi facendo, non le¬ vano più del dovere. Ma la Pittura è di maraviglioso artifi¬ cio, tutta di sottilissime speculazioni, delle quali in tutto la Scoltura n’ è privata, per essere di brevissimo discorso. Rispondesi allo scultore, che dice, che la sua scienza è più permanente che la Più tura, che tal permanenza è virtù della ma teria sculta e non dello scultore, e in questa