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me. Di quante più avrai notizia, più fìa lau¬ dabile la tua operazione, e in quelle che tu non hai pratica non recusare il ritrarle di naturale. X. — COME ’L PITTORE DEBB’ ESSER VAGO D’AUDIRE, NEL FARE DELL’OPERA SUA, IL GIUDIZIO D’ OGN’ OMO. Certamente non è da recusare, in men¬ tre che r omo dipigne, il giudizio di cia¬ scuno ; imperocché noi conosciamo chiaro, che l’ omo, benché non sia pittore, avrà notizia della forma dell’ altro omo, e ben giudicherà s’ egli é gobbo, o ha una spalla alta o bassa, o s’ egli ha gran bocca o naso od altri mancamenti. — E se noi conoscia¬ mo alli omini potere con verità giudicare l’ opera della natura, quanto maggiormente ci converrà confessare questi potere giudi¬ care i nostri errori, chè sappiamo quanto l’ omo s’ inganna nelle sue opere, e se non lo conosci in te, consideralo in altrui, e farai profitto degli altrui errori. Si che sia vago con pazienza udire l’al¬ trui opinioni; e considera bene e pensa be¬ ne, se ’l biasimatore ha cagione o no di biasimarti: e se trovi di sì, racconcia; e se trovi di no, fagli vista non l’ aver inteso o »