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zione che la legge abbia a proprio fonda¬ mento il senso e l’esperienza, e a propria espressione la matematica. Tutto ciò che eccede il senso e l’esperienza, tutto ciò che non si può dimostrare «per nessuno esem¬ plo naturale, » siede nel regno della fan¬ tasia, e fluttua nel sogno. I problemi sulla essenza delle cose, sul fine, sulla natura dell’ anima e di Dio, restano quindi nel campo delle infeconde discussioni.* Questo momento dovette essere so¬ lenne nella vita del Vinci ; infermo per la intensità del travaglio, la gran somma dei suoi manoscritti, messa insieme con un lavoro costante di ogni giorno, do¬ vette apparirgli V opera più alta e so¬ lenne della sua vita. Una nota del Codice Atlantico ce lo mostra in Belvedere nello studio fattogli dal Magnifico, assorto in not¬ turne esercitazioni di matematica. Un’al¬ tra nota ce lo presenta a Monte Mario tutto intento a ricercarvi i segni di un pas¬ sato antichissimo, quando il mare copriva
- Solmi, Studi sulla filosofia naturale di L. d. V.
Modena, Vincenzi, 1898, pag. 57.