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l'arte | 247 |
mo, che parli per lui, non si vede niente della cosa, di che si parla, come si vederà di quello, che parla per le pitture; le quali pitture, se saranno ben proporzionati li atti co’ li loro accidenti mentali, saranno intese, come se parlassino.
XIII. — segue della pittura e poesia.
La Pittura è una Poesia, che si vede e non si sente, e la Poesia è una Pittura, che si sente e non si vede. Adunque queste due Poesie, o vuoi dire due Pitture, hanno scambiati li sensi, per li quali esse dovrebbono penetrare all’intelletto. Perchè, se l’una e l’altra è Pittura, de’ passare al senso comune per il senso più nobile, cioè l’occhio; e se l’una e l’altra è Poesia, esse hanno a passare per il senso meno nobile, cioè l’audito.
Adunque daremo la Pittura al giudizio del sordo nato, e la Poesia sarà giudicata dal cieco nato; e, se la Pittura sarà figurata con li movimenti appropriati alli accidenti mentali delie figure, che operano in qualunque caso, sanza dubbio il sordo nato intenderà le operazioni e l’intenzioni degli operatori, ma il cieco nato non intenderà mai cosa che dimostri il poeta, la qual fac-