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244 | i pensieri. |
quelle, in che s’astendono le parole, perchè infinite cose farà il pittore, che le parole non le potrà nominare, per non aver vocaboli appropriati a quelle. Or non vedi tu, che, se ’l pittore voi fingere animali o diavoli nell’inferno, con quanta abbondanzia d’invenzione egli trascorre?
E già intervenne a me fare una pittura, che rappresentava una cosa divina, la quale comperata dall’amante di quella, volle levarne la rappresentazione di tal deità, per poterla baciare sanza sospetto. Ma infine la coscienza vinse li sospiri e la libidine, e fu forza, ch’ei se la levasse di casa. Or va tu, poeta, descrivi una bellezza sanza rappresentazioni di cosa viva, e desta li uomini con quella a tali desideri! Se tu dirai: — io ti descriverò l’inferno o ’l paradiso, e altre delizie o spaventi —; il pittore ti supera, perchè ti metterà innanzi cose, che, tacendo, diranno tali delizie, o ti spaventeranno, e ti movono l’animo a fuggire. Move più presto li sensi la pittura, che la poesia. E se tu dirai, che con le parole tu leverai un popolo in pianto o in riso; io ti dirò, che non sei tu che muove, egli è l’oratore, e è ’l riso. Uno pittore fece una pittura, che, chi la vedeva, sùbito sbadigliava, e tanto repli-