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quelle, in che s’ astendono le parole, per¬ chè infinite cose farà il pittore, che le pa¬ role non le potrà nominare, per non aver vocaboli appropriati a quelle. Or non vedi tu, che, se ’l pittore voi fìngere animali o diavoli nell’inferno, con quanta abbondan- zia d’invenzione egli trascorre? E già intervenne a me fare una pittura, che rappresentava una cosa divina, la quale comperata dall’ amante di quella, volle le¬ varne la rappresentazione di tal deità, per poterla baciare sanza sospetto. Ma infine la coscienza vinse li sospiri e la libidine, e fu forza, eli’ ei se la levasse di casa. Or va tu, poeta, descrivi una bellezza sanza rappre¬ sentazioni di cosa viva, e desta li uomini con quella a tali desideri! Se tu dirai: — io ti descriverò l’ inferno o ’l paradiso, e altre delizie o spaventi — ; il pittore ti supera, per¬ chè ti metterà innanzi cose, che, tacendo, diranno tali delizie, o ti spaventeranno, e ti movono l’ animo a fuggire. Move più pre¬ sto li sensi la pittura, che la poesia. E se tu dirai, che con le parole tu leverai un po¬ polo in pianto o in riso ; io ti dirò, che non sei tu che muove, egli è l’oratore, e è ’l riso. Uno pittore fece una pittura, che, chi la vedeva, sùbito sbadigliava, e tanto repli-