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242 | i pensieri. |
pararsi a esso pittore, ma invero ei n’è molto rimoto, come di sopra è dimostrato. Adunque in tal caso di finzione, diremo con verità esser tal proporzione dalla scienza della Pittura alla Poesia, qual è dal corpo alla sua ombra derivativa, e ancora maggior proporzione, conciossiachè l'ombra di tal corpo almeno entra per l’occhio al senso comune, ma la imaginazione di tal corpo non entra in esso senso, ma lì nasce, nell' occhio tenebroso.1 Oh! che differenza è a imaginare tal luce nell’occhio tenebroso, al vederla in atto fuori delle tenebre!
Se tu, poeta, figurerai la sanguinosa battaglia, mista con la oscura e tenebrosa aria, mediante il fumo delle spaventevoli e mortali macchine, mista con la spessa polvere, intorbidatrice de l’aria, e la paurosa fuga de li miseri spaventati dalla orribile morte; in questo caso il pittore ti supera, perchè la tua penna fia consumata, innanzi che tu descriva appieno quel, che immediate il pittore ti rappresenta co’ la sua scienza. E la tua lingua sarà impedita dalla sete e il corpo dal sonno e fame, prima che tu con parole dimostri quello, che in un istante il
- ↑ il cervello o senso comune.