Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/290

pararsi a esso pittore, ma invero ei n’ 0 molto rimoto, come di sopra è dimostrato. Adunque in tal caso di finzione, diremo con verità esser tal proporzione dalla scienza della Pittura alla Poesia, qual è dal corpo alla sua ombra derivativa, e ancora mag¬ gior proporzione, conciossiachè P ombra di tal corpo almeno entra per l’occhio al senso comune, ma la imaginazione di tal corpo non entra in esso senso, ma lì nasce, nel- P occhio tenebroso.* Oh! che differenza è a imaginare tal luce nell’ occhio tenebroso, al vederla in atto fuori delle tenebre! Se tu, poeta, figurerai la sanguinosa bat¬ taglia, mista con la oscura e tenebrosa aria, mediante il fumo delle spaventevoli e mor¬ tali macchine, mista con la spessa polvere, intorbidatrice de l’ aria, e la paurosa fuga de li miseri spaventati dalla orribile morte; in questo caso il pittore ti supera, perchè la tua penna fia consumata, innanzi che tu descriva appieno quel, che immediate il pittore ti rappresenta co’ la sua scienza. E la tua lingua sarà impedita dalla sete e il corpo dal sonno e fame, prima che tu con parole dimostri quello, che in un istante il

  1. il cervello o senso comune.