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carceri,* mediante gli occhi, per li quali essa anima si rappresenta tutte le varie cose di natura; ma chi li perde, lascia essa anima in una oscura prigione, dove si perde ogni speranza di riveder il sole, luce di tutt’ il mondo. E quanti son quelli, a chi le tene¬ bre notturne sono in somm’ odio, ma ancora eh’ elle sieno di breve vita ! Oh ! che fareb- bono questi, quando tali tenebre lussino compagne della vita loro? Certo, non è nissuno, che non volesse più tosto perdere l’ audito o l’ odorato, che l’occhio, la perdita del quale audire consente la perdita di tutte le scienze, ch’hanno ter¬ mine nelle parole ; e sol fa questo per non perdere la bellezza del mondo, la quale con¬ siste nella superfizie de’ corpi, sì acciden¬ tali** come naturali, li quali si riflettono nell’ occhio umano. IX. — IL PITTORE VA DIRETTAMENTE ALLA NATURA. La Pittura serve a più degno senso, che la Poesia, e fa con più verità le figure delle opere di natura, che il poeta; e sono molto più degne P opere di natura che le parole,

  • il corpo.
    • prodotti dall’arte.