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na ; per questo io dirò essere più eterne l’opere d’ un calderaio, che il tempo più le conserva che le yostre o nostre opere, nien¬ tedimeno e di poca fantasia, e la Pittura si po’, dipignendo sopra rame con colori di ve¬ tro, fare molto più eterna. Noi per arte possiamo essere detti nipoti a Dio. Se la Poesia s’ astende in filosofìa mo¬ rale e questa in filosofia naturale ; se quella descrive V operazione della niente, che con¬ sidera, questa colla mente opera ne’ movi¬ menti; se quella spaventa i popoli con le in¬ fernali finzioni, questa colle medesime cose in atto fa il simile. Pongasi il poeta a figu¬ rare una bellezza, una fierezza, una cosa nefanda e brutta, una mostruosa, col pit¬ tore ; faccia a suo modo, come vuole, tramu¬ tazione di forme, che il pittore non saddi- sfassi più.* Non s’ è egli viste pitture avere tanta conformità colla cosa vera, eh’ eli’ ha ingannato omini e animali ? VI. — LA PITTURA CREA LA REALTÀ. Tal proporzione è dall’ immaginazione a l’ effetto, qual’ è dall’ ombra al corpo om¬ broso, e la medesima proporzione è dalla
- in modo da superare il pittore.