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l'arte | 233 |
La Pittura ha il suo fine comunicabile a tutte le generazioni dell’universo, perche il suo fine e subbietto della virtù visiva, e non passa per l’orecchio al senso comune, col medesimo modo che vi passa per il vedere.
Dunque questa non ha bisogno d’interpreti di diverse lingue, come hanno le lettere, e sùbito ha saddisfatto all’umana spezie, non altrementi che si facciano le cose prodotte dalla natura. E non che alla spezie umana, ma agli altri animali: come si è manifestato in una pittura, imitata da uno padre di famiglia, alla quale facean carezze li piccioli figliuoli, che ancora erano nelle fasce, e similmente il cane e gatta della medesima casa, ch’era cosa meravigliosa a considerare tale spettacolo.
IV. — la pittura non si può divulgare.
Le scienze, che sono imitabIII, sono in tal modo, che con quelle il discepolo si fa eguale all’autore, e similmente fa il suo frutto. Queste sono utili allo imitatore, ma non sono di tanta eccellenza, quanto sono quelle, che non si possono lasciare per eredità, come l’altre sustanze.
Infra le quali la Pittura è la prima. Que-