Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/274

interprete; e li sua dinari li furon sempre dati innanzi al tempo. Di poi, la richiesta di costui fu di avere li modelli finiti di le¬ gname, coni’ ellino aveano a essere di ferro, e’ quali volea portare nel suo paese. La qual cosa io li negai dicendoli, di’ io li darei in disegno la larghezza, lunghezza e grossezza e figura di ciò, eh’ olii avesse a fare; e cosi restammo mal volontieri. La seconda cosa fu, che si fece un’ altra bottega, e morse e strumenti, dove dormiva e quivi lavorava per altri; dipoi andava a desinare co’ Svizzeri della guardia, dove sta gente sfaccendata, della qual cosa lui tutti li vinceva. E ’l più delle volte se n’ anda¬ vano due o tre di loro, colli scoppietti, am¬ mazzavano uccelli per le anticaglie, e que¬ sto durava insili o a sera. E, se io mandavo Lorenzo a sollecitarli lavoro, lui si crucciava e diceva, che non volea tanti maestri sopra capo, e che il la¬ vorar suo era per la guardaroba di Vostra Eccellenza. E passò due mesi, e cosi segui¬ tava, e indi trovando Gian Niccolò della guardaroba, cìomandailo se ’l Tedesco avea finito l’ opere del Magnifico, e lui mi disse non esser vero, ma che solamente li avea .dato a nettar dua scoppietti. Di poi, facen-