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204 | i pensieri. |
e ispesso lasciano con iscorno e sbeffato il loro possessore, perdendo la possessione.
XXXIV. — la brevità del tempo è una illusione della mente.
A torto si lamentali li omini della fuga del tempo, incolpando quello di troppa velocità, non s’accorgendo quello esser di bastevole transito; ma bona memoria, di che la natura ci ha dotati, ci fa che ogni cosa lungamente passata ci pare esser presente.
XXXV. — illusioni della mente e del senso.
Il giudizio nostro non giudica le cose, fatte in varie distanzie di tempo, nelle debite e proprie lor distanzie, perchè molte cose passate di molti anni parranno propinque e vicine al presente, e molte cose vicine parranno antiche, insieme coll’antichità della nostra gioventù; e così fa l’occhio infra le cose distanti, che, per essere alluminate dal sole, paiano vicine all’occhio, e molte cose vicine paiano distanti.
XXXVI. — ideando un orologio a piombo.
Non ci manca modi, nè vie di compartire e misurare questi nostri miseri giorni,