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pratiche, e lo definirono vario, instabile, mutabile ; noi, contemplando la sua vasta teoria, alla quale dedicò le forze di tutta la vita, dobbiamo definirlo intento ad un solo proposito e fermo di fronte ad ogni contrasto. Dagli anni primi della giovi¬ nezza fino alla morte egli infatti drizzò le sue forze ad un unico intento : la cono¬ scenza delle leggi dei fenomeni, la descri¬ zione delle forme naturali. Quando Michelangelo rimprovera a Leo¬ nardo con un pungente motto, sedendogli accanto sulla pancaccia di Gerì degli Spini,* le opere lasciate a mezzo; egli, come tutti i suoi contemporanei, non considera che l’ opera esterna, visibile, non l’ interno, grandioso lavoro affidato ai manoscritti, che doveva naufragare per quattro secoli per approdare nel nostro. Quando il Va¬ sari dice che il Vinci molto più operò con le parole che co’fatti; egli non sa che la scienza è altrettanto importante deir arte, e che il viso pieno di dolcezza e di soavità

  • Anonimo, Breve vita. Arch. Storico Italiano , se¬

rie III, voi. XVI, pag. 226. L. da Vinci. b