Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
la natura. | 181 |
grandezze, benchè spesse volte il paragone delle cose circostanti non lascino discernere tale mutazione d’una sola cosa, che si risguardi.
CXII. — - inganno dei sensi.
L’occhio, nelle debite distanze e debiti mezzi, meno s’inganna nel suo uffizio, che nissun altro senso, perchè (non) vede se non per linee rette, che compongono la piramide,1 che si fa base dell’obbietto, e la conduce a esso occhio, come intendo provare.
Ma l’orecchio forte s’inganna nelli siti e distanze delli suoi obbietti, perchè non vengono le spezie2 a lui per rette linee, come quelle dell’occhio, ma per linee tortuose e riflesse, e molte sono le volte che le remote paiano più vicine, che le propinque, mediante li transiti di tali spezie; benchè la voce di eco sol per linee rette si riferisce a esso senso.
L’odorato meno si certifica del sito, donde si causa un’odore; ma il gusto e il tatto, che toccano l’obbietto, han sola notizia di esso tatto.