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166 | i pensieri. |
stà dell’omo poterlo fare con tutti li sua moti, ma non con tanta potenza; ma solo s’astende nella potenza del bilicarsi. Adunque direm che tale strumento, composto per l’omo, non li manca se non l’anima dello uccello, la quale anima bisogna, che sia contraffatta dall’anima dell’omo.
L’anima alle membra delli uccelli, sanza dubbio, obbidirà meglio a’ bisogni di quelle, che a quelle non farebbe l’anima dell’omo, da esse separato, e massimamente ne’ moti di quasi insensibili bilicazioni; ma poi che alle molte sensibili varietà di moti noi vediamo l’uccello provvedere, noi possiamo, per tale esperienza, giudicare, che le forte sensibili potranno essere note alla cognizione dell’omo, e che esso largamente potrà provvedere alla ruma di quello strumento, del quale lui s’è fatto anima e guida.
XCI. — ricordo, che ritorna all’anima del vinci mentre scrive sul volo del nibbio.
Questo scriver sì distintamente del nibbio par che sia mio destino, perchè ne la prima ricordazione della mia infanzia e’ mi parea che, essendo io in culla, che un nibbio venissi a me, e mi aprissi la bocca colla