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&VÌ PREFAZIONE. Nel 1 506 Alessandro Amadorì, zio del Vinci, prende a cuore il desiderio della marchesa d’Este, e si fa promettere dal nipote il compimento di un quadretto soaveedolce:«Etluialtuttomeha promesso comincerà in breve V opera per satisfare al desiderio di V. S., alia cui grafia assai si raccomanda.» Isabella risponde poche righe sfiduciate; poi tacque per sempre. Passò il tempo, e Leonardo nulla fece, dimentico della promessa e del pennello. Quasi a compenso delle durezze del Vinci, il suo discepolo Salai, in questi giorni appunto, mostrava «gran desiderio di fare qualche cosa galante per la Marchesa.» La sua profferta non fu accettata.* Intanto la Battaglia di Anghiari, cominciata a disegnare con ogni cura e entusiasmo, fu abbandonata alle prime mosse, allo stesso modo del cartone d ’Adamo ed Èva, della Testa della Medusa, dell’AcZorazione dei Magi, «come quasi intervenne in tutte le cose sue,» -- - - ■■■ TI C* Luzio, ì precettori d’Isabella d’Este, Ancona* Morelli, 1887,