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la natura. | 129 |
drebbe non farsi sôno nel contatto over confregazione de’ cieli; e, se tali cieli non sono politi nel contatto delle lor confregazioni, seguita essere globulosi e ruvidi, adunque il lor contatto non è continuo, essendo così e’ si genera il vacuo; il quale è concluso non darsi in natura.
Adunque è concluso che confregazione avrebbe consumati li termini di ciascun cielo, e tanto quanto più esso è più veloce in mezzo che inverso i poli, più si consumerebbe in mezzo che da’ poli; e poi più non si confregherebbe, e ’l sôno cesserebbe e i ballerini si fermerebbono, salvo se i cieli l’un girassi a oriente e l’altro a settentrione.
XLV. — sulla legge di gravita.
La terra è grave nella sua spera, ma tanto più, quanto essa sarà in elemento più lieve.
Il foco è lieve nella sua spera, ma tanto più, quanto esso sarà in elemento più grave.
Nessuno elemento semplice ha gravità o levità nella sua propria spera.
XLVI. — la stessa.
Il moto fatto da’ corpi gravi verso il comun centro, non è per desiderio che esso