Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/153

ter essere bono se non se’ universale mae¬ stro di contraffare, colla tua arte, tutte le qualità delle forme, che produce la natura, le quali non saprai fare se non le vedi, e ritenerle nella mente; onde, andando tu per campagne, fa che ’l tuo giudizio si volti a vari obbietti, e di mano in mano riguardare or questa cosa ora quell’ altra, facendo un fascio di varie cose elette e scelte in fra le men bone. E non fare come alcun pittore ; i quali, stanchi conlalor fantasia, dismettono l’opera e fanno esercizio coll’andare a solazzo, ri¬ serbandosi una stanchezza nella mente, la quale non che vegghino o ponghin mente varie cose, ma spesse volte, scontrando li amici o parenti, essendo da quelli salutati, non che li vedino o sentino, non altrementi sono conosciuti, come s’ elli scontrassino al- trettant’ aria. LXXXVII. — ALTRO CONSIGLIO. Il pittore deve essere solitario e consi¬ derare ciò eh’ esso vede, e parlare con seco, eleggendo le parti più eccellenti delle spe¬ zie di qualunque cosa lui vede, facendo a similitudine dello specchio, il quale si tra¬ smuta in tanti colori, quanti sono quelli