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rimproverano di trascurare le pratiche esterne e la preghiera, per l’ amore entu¬ siastico della natura. « Ma tacciano tal; riprensori, risponde Leonardo, chè questo è il modo di conoscere l’Operatore di tante mirabili cose, e questo è ’l vero modo d’amare un tanto inventore. » (Lu § 77.) Poscia sono i suoi amici medesimi, che rimpiangono quella lenta e progressiva di¬ serzione dall’ arte, che portava inesora¬ bilmente Leonardo a smarrirsi nel labe- rinto senza fine della scienza. Il Verini lo celebrava allora massimo tra i migliori: et forsan superai Leonardus Vincius omnes. Ma subito aggiungeva: tollere de tabula dextra sed nescit: e cercava la causa di questa lentezza nella sua incontentabilità: , . , et instar Protogenis multis unam perfieit annis.* « Hebbe bellissime invenzioni, dirà poi l’Anonimo, ma non colorì molte cose, per-

  • De illustratione urbis Florentice. Parigi, 1583,

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