Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/129


la scienza. 81


non considerando le mie cose essere nate sotto la semplice e mera sperienza, la quale è maestra vera.

XXXVII. — il seguace della natura e il seguace della autorità degli scrittori.

Se bene, come loro, non sapessi allegare gli autori, molto maggiore e più degna cosa a legger è, allegando la sperienza, maestra ai loro maestri. Costoro vanno sgonfiati e pomposi, vestiti e ornati, non delle loro, ma delle altrui fatiche, e le mie a me medesimo non concedono; e se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori, ma trombetti e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati.

XXXVIII. — superiorità degli scopritori del vero sui commentatóri delle opere altrui.

E da essere giudicati, e non altrimenti stimati li omini inventori e ’nterpreti tra la natura e gli uomini, a comparazione de’ recitatori e trombetti delle altrui opere, quant’è dall’obbietto fori dello specchio alla similitudine d’esso obbietto apparente nello specchio, che l’uno per sè è qualche cosa.