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voglia, vago di vedere la gran commi¬ stione delle varie e strane forme fatte dalla artifìziosa natura, raggiratomi al¬ quanto infra gli ombrosi scogli, pervenni all’entrata d’ una gran caverna; dinanzi alla quale — restando alquanto stupefatto e ignorante di tal cosa — piegato le mie rene in arco, e ferma la stanca mano so¬ pra il ginocchio, colla destra mi feci te¬ nebra alle abbassate e chiuse ciglia. E spesso piegandomi in qua e in là per ve¬ dere dentro vi discernessi alcuna cosa, questo vietatomi per la grande oscurità, che là entro era, e stato alquanto, subito si destarono in me due cose: paura e de¬ siderio ; paura per la minacciosa oscura spelonca, desiderio per vedere se là entro fusse alcuna miracolosa cosa. » (R., § 1389.) La natura è il grande mistero che Leo¬ nardo cerca d’ investigare. Ma quanto la sua mente penetra più nella conoscenza delle cose, tanto la co¬ scienza superstiziosa e il pregiudizio dei suoi tempi si sollevano contro di lui. Da prima sono i timidi amici di Dio, che lo