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d’uno dei mille. 95

18 Maggio. Tra Partinico e Burgeto.


Era meglio rompersi il petto, ma varcare la montagna, scansare Partinico.

Si saliva l’erta su cui sorge il villaggio, e il po’ di vento che rinfrescava l’aria ci portava già a ondate un fetore insopportabile. Appena in cima, ci affacciammo alla vista della città, arsa gran parte e fumante ancora dalle rovine. La colonna da noi battuta a Calatafimi s’azzuffò cogli insorti di Partinico, gente eroica davvero. Incendiato il villaggio, i borbonici fecero strage di donne e di inermi di ogni età. Cadaveri di soldati e di paesani, cavalli e cani morti e squarciati fra quelli. Al nostro arrivo, le campane suonavano non so se a gloria o a furia; le case fumavano ancora; il popolo esultava per quelle ruine; preti e frati urlavano frenetici evviva. Le donne si torcevano le braccia