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d’uno dei mille. 81

udii che pregava i due fossero generosi coi regi, perchè anch’essi Italiani. Mi sentii negli occhi le lagrime.

Già tutta l’erta era ingombra di caduti, ma non si udiva un lamento. Vicino a me il Missori comandante delle Guide, coll’occhio sinistro tutto pesto e insanguinato, pareva porgesse l’orecchio ai rumori che venivano dalla vetta, donde si udivano i battaglioni moversi pesanti, e mille voci come fiotti di mare in tempesta, urlare a tratti «viva lo Re!».

Frattanto i nostri arrivavano a ingrossarci, rinascevano le forze. I capitani si aggiravano tra noi confortandoci. Sirtori e Bixio erano rimasti a cavallo fin lassù.

Sirtori vestito di nero, con un po’ di camicia rossa che usciva dal bavero, aveva nei panni parecchi strappi fatti dalle palle, ma nessuna ferita. Impassibile, colla frusta in mano, pareva non si sentisse presente a quello sbaraglio; eppure sulla faccia pallida e smunta