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d’uno dei mille. 231

San Filippo d’Argiro 12 Luglio.


Partimmo da Leonforte col fresco delle due dopo la mezzanotte e camminammo lenti sino alla levata del sole. Allora ognuno diede una scossa come fanno gli uccelli, e volò coll’anima per gli orizzonti dell’isola. Le solite vedute. Boschi di mandorli come da noi i castagneti; terreni che dovrebbero gettar oro; qua e là gruppi di contadini che ci guardavano accidiosi e pensando chi sa che cosa di noi.

San Filippo è una cittadetta gaia, e ci si dice che di qua al mare sia la più bella parte dell’isola. Arrivammo che una processione rientrava in chiesa da non so che giro fatto per chieder pioggia. Ne vedemmo la coda passar lenta lenta cantando, una coda quasi tutta di preti che sfilavano sotto gli occhi nostri, in cotta e stola, troppi davvero. Come fanno a nutrirli questi poveri Siciliani?