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d’uno dei mille. 227

glio; la voluttà che entra per tutti i sensi prostra lo spirito chiedente misericordia a Dio, e la carne trionfa!

Passati noi, la libertà verrà spazzando tutto questo strascico di medio evo. Come mai preti e frati non sono sorti furenti, per contendere fino alla morte questi loro paradisi? Forse gli è che i tempi sono maturi.

Scrivo a piè d’un castello che un tempo dominava la città. Ora è carcere dove fu chiuso un sergente della compagnia di Agesilao Milano, che n’uscì cavato dalla rivoluzione, ma canuto, curvo, spentosi senza la forza nemmeno di potersi rallegrare del suo paese. Così mi hanno narrato ed io noto. E noto che veggo il lago Pergusa a un cinque miglia da qui. Pare un pezzo di cielo caduto in mezzo a praterie fiorite. Circa lacus lucique sunt plurimi et laetissimi flores omni tempore anni: dice Cice-