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vani dei migliori di tutta Italia si lasciavano strapazzare da quei caporaloni grigi che parlavano di Goito, di Novara, della Crimea, e insegnando lanciavano insolenze peggio delle guanciate. Pur d’imparare, sopportavano tutto quei giovani. Ricordo d’un Conte veneto che caricava su d’una carretta lo strame, della scuderia. Passò il caporal Ragni con la gamella in mano.

«Bestie tutte come voi nel vostro paese? Chi v’ha insegnato a maneggiare il bidente?

Il Conte rispose sorridendo non so che, in italiano.

«Ah! siete un volontario? Allora che cosa è questa?,

«Una gamella.

«La patria! urlò beffardo il caporale, battendo le nocche su quell’arnese di latta. Il Conte sorrise ancora. E il caporale:

«Stasera farete il sacco, e passerete a ridere in prigione.

«Sissignore.