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d’uno dei mille. | 177 |
per onorare la salma di Tuköry che oggi porteranno a seppellire.
C’eravamo tutti, fino i feriti che hanno potuto venir fuori dalle case, dagli spedali, tutti! Türr, figura tagliata nel ferro, non fatta a mostrar dolore, camminava alla testa del corteo, dimesso, accorato, parea condotto a morire. Dalle finestre piovevano fiori sul feretro, su noi; e dai fiori e dalle foglie di lauro veniva un odore che mi faceva il senso di un soave morire. Si aggiungevano il silenzio della folla, e gli atti delle donne bianche, inginocchiate sui balconi e piangenti. Era uno sgomento che pareva avesse pigliato fin le pietre. Vidi certi dei nostri, duri e invecchiati a ogni sorta di prove, andar innanzi con faccia sbigottita, spenta. Rodi e Bovi, due mutilati antichi, parevano sonnambuli. Maestri, che ebbe un braccio troncato a Novara, e che pur da Novara corse a Roma