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d’uno dei mille. 161

seppellire sotto le ruine della tua città, le ho rifiutate!».

Non vi può essere paragone che basti a dare un’idea di quel che divenne la folla, a quelle parole. I capelli mi si rizzarono in capo, la pelle mi si raggrinzò tutta all’urlo spaventevole e grande che proruppe dalla piazza. Si abbracciavano, si baciavano, si soffocavano tra loro furiosi; le donne più degli uomini mostravano il disperato proposito di sottoporsi a ogni strazio. — Grazie! Grazie! — gridavano levando le mani al Generale; e dal fondo della piazza gli mandai anch’io un bacio. Credo che non sia mai stato visto sfolgorante come in quel momento da quel balcone: l’anima di quel popolo pareva tutta trasfusa in lui.

Ma alla sera, verso le dieci, lo rividi cupo, agitato, lì a piè di quella statua dove passava le notti. Mi aveva chiamato il tenente R... per mandarmi a portare un ordine. Il Generale mi pose colle proprie mani un foglietto, tra la