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che venivano di bocca in bocca, da tutte le parti della città, ci consolavano; i regi erano respinti sempre su tutti i punti. Le barricate, moltiplicate in ogni via, rendevano loro impossibile di rompere e tornare dentro. Sulle gronde, sui balconi, erano ammonticchiati tegoli, sassi, suppellettili d’ogni sorta; al punto in cui si era non rimaneva al nemico che incenerir la città, o lasciarla libera a noi.
Si diceva, il mattino del ventinove, che il Corpo consolare avesse protestato, e che le navi da guerra raccolte nella rada minacciassero di mandare in aria Castellamare, se il barbaro lanciar di bombe non fosse cessato. Chiacchiere. Il castello tirava più rabbioso che mai, e già centinaia di case erano ruinate, seppellendo gente chi sa quanta. Sarà lungo il pianto che terrà dietro alla febbre di questi giorni. I regi hanno fatto cose da selvaggi. Quel giorno, verso le