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d’uno dei mille. | 155 |
si era alfine rischiato d’uscire vestito da donna; ma esse lo avevano riconosciuto, colto, ridotto che non si può descrivere.
Fuggimmo inorriditi, ma ci consolammo subito, capitando a fare la scorta alle suore di un monastero che andava in fiamme.
Venivano condotte a un altro monastero da pochi dei nostri, esterrefatte per lo scompiglio che vedevano per tutto, e forse paurose di tutti quei picciotti che andavano attorno armati e minacciosi. Camminavano in fila, si serravano a noi colla persona, ci investivano di non so che casto profumo, rimettendosi in noi confidenti; e ci dicevano dei ringraziamenti affettuosi come a persone conosciute da molto tempo. Una di esse, giovanissima e bella, guardandomi con due occhi imbambolati, mi diede un reliquiario di filigrana, con entro un ossicino di Santa Rosalia; raccomandandomi di portarlo sul petto, che mi avrebbe scampato da morte. Non ebbi cuore di ridere, a tanta certezza di