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d’uno dei mille. 147

Con quel popolano demmo entro pei vicoli sino a via Maqueda. Là, solitudine e cannonate dall’un dei capi, tirate forse contro un giovinotto che si sfogava a calpestare un’insegna reale strappata giù dal portone d’un gran palazzo. Passammo in un altro vicolo... Dio, che visione!

Aggrappate colle mani che parevano gigli, a una inferriata poco alta ma ampia, sopra un archivolto cupo, tre fanciulle vestite di bianco e bellissime ci guardavano mute.

Ci arrestammo ammirando.

«Chi siete?

«Italiani. E voi?

«Monacelle.

«Oh poverette!

«Viva Santa Rosalia!

«Viva l’Italia!

Ed esse a gridare: «viva l’Italia!» con quelle voci soavi da salmo, e ad augurarci vittoria. Le vedrò sempre così come gli angeli