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d’uno dei mille. | 127 |
le sale dove i loro morti se ne stanno addossati alle pareti, come gente che dorma, o preghi sprofondata nel pensieri dell’altra vita. Da quei luoghi lugubri udimmo suonare a raccolta, e volando fummo al campo. Le compagnie erano già in fila, e l’artiglieria si era mossa la prima. «Arrivano i regi, saranno diecimila!». Così si diceva dall’uno all’altro, e si capiva che la nostra ritirata era decisa di nuovo. Dove si finirà? — Ma... forse a Corleone dove ci porterà la strada percorsa dall’artiglieria. — In questi discorsi ci ponemmo in marcia che il sole andava sotto.
Era già quasi notte, quando, abbandonata la strada militare, ci posero per sentieri angusti, in mezzo a un bosco, zitti, umiliati, pieni di malinconia. Verso le dieci fummo fermati, e ci si comandò di coricarsi ognuno dove si trovava; vietato il fumare, il parlare, il muoversi. Mi coricai accanto ad Airenta, guardando un gran fuoco che brillava lontano nei monti; e