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nelle loro case. Benedini dottore tirò fuori il taccuino, e alla luce del fuoco ne volle scrivere gli indirizzi.
«Che fate? sclamò uno di loro afferrandogli la mano, quelle cose lì si tengono a memoria!»
Previdenti i Siciliani, ed esperti nelle cospirazioni!
Nessuno di noi avrebbe pensato al pericolo in cui uno può essere posto, per un indirizzo trovato indosso ad un altro. Terremo a memoria quello di quei signori e li cercheremo; purchè nel ritorno non siano caduti in mano dei regi.
Il tenente colonnello Tuköry cavalca su e giù per la strada, esercitando un morello, che non tocca la terra da tanto che è vispo. Giovanissimo per il suo grado, quest’ufficiale mi parve l’immagine viva dell’Ungheria, sorella nostra nella servitù. La sua faccia, d’un pallido