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Anna Fuggi, crudele. Fuggi!

Lascia che mora anch’io
Ora ch’è morto, oh Dio!
Chi a me la vita diè.
Ott. Senti, cor mio, deh! senti
Guardami un solo istante:
Ti parla il core amante
Che vive sol per te.
Ann. Tu sei! pardon mio bene.
L’affanno mio.. le pene...
Ah! il padre mio dov’è?
Ott. Il padre.. lascia, o cara,
La rimembranza amara:
Hai sposo e padre in me.
Anna Ah! vendicar, se il puoi
Giura quel sangue ognor.
Ott. Lo giuro agli occhi tuoi
Lo giuro al nostro amor.
a 2 Che giuramento, oh Dio!
Che barbaro tormento!
Fra cento affetti e cento
Vammi ondeggiando il cor.
  (Anna parte coi servi)

scena iii.

Ottavio solo.

Come mai creder deggio.

Di delitto sì nero
Capace un cavaliere
Ah! di scoprir il vero
Ogni mezzo si cerchi. Io sento in petto
E di sposo e d’amico il dover che mi parla:
Disingannarla io voglio e vendicarla.
  Dalla sua pace la mia dipende,
  Quel che a lei piace vita mi rende,
  Quel che le incresce morte mi dà.
  S’ella sospira sospiro anch’io,
  È mia quel’ira quel pianto è mio,
  E non ho bene s’ella non l’ha. (parte)

scena iv.

Recinto d’antico castello con veduta d'una locanda (Alba.)

Don Giovanni e Leporello.

Gio. Orsù, spicciati presto. Cosa vuoi?

Lep. L’affar di cui si tratta
È importante.
Gio.   Lo credo.
Lep.   È importantissimo.
Gio. Meglio ancora! finiscila.
Lep.   Giurate.
Di non andar in collera.
Gio. Lo giuro sul mio onore.
Purché non parli del Commendatore.
Lep. Siamo soli.
Gio.   Lo vedo.
Lep. Nessun ci sente.
Gio.   Via.
Lep.   Vi posso dire
Tutto liberamente...
Gio.   Sì.
Lep. Dunque, quand’è così,