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Palpitar il cor mi sento,
E non so che far, che dir.)
Gio. Leporello, ove sei? (sottovoce)
Lep. Son qui, per mia disgrazia. E voi?
Gio. Son qui,
Lep. Chi è morto? voi o il vecchio?
Gto. Che domanda da bestia! il vecchio.
Lep. Bravo:
Due imprese leggiadre:
Tentar la figlia, ed ammazzare il padre.
Gio. L’ha voluto: suo danno.
Lep. Ma donn’Anna...
Gio. Non mi seccar. Vien meco, se non vuoi
Qualche cosa ancor tu.
Lep. Non vo’ nulla, signor; non parlo più. (Alzando da terra la lanterna ed il mantello) (partono)
scena ii.
Duca Ottavio, Donn’Anna, e Servi con lumi.
In soccorso voliam.
Ott. Tutto il mio sangue
Verserò se bisogna:
Ma dov’è il scellerato?
Anna In questo luogo.
Ah! qual mai s’offre o Dei, (Vede il cadavere)
Spettacolo funesto, agli occhi miei!
Il padre!... padre mio!... mio caro padre!... (cade quasi svernuta sul corpo del padre)
Ott. Signora...
Anna Ah! l’assassino
Me ’l trucidò... Quel sangue...
Quella piaga... quel volto
Tinto e coperto del color di morte...
Ei non respira più... fredde ah le membra...
Padre mio!... caro padre!... io manco... io moro... (sviene)
Ott. Ah! soccorrete, amici, il mio tesoro.
Cercatemi, recatemi
Qualche odor, qualche spirito... Ah! non tardate. (partono due servi
Donn’Anna!... sposa!... amica!.. Il duolo estremo
La meschinella uccide!
Anna Ahi!
Ott. Già rinviene.
Datele nuovi aiuti. (ritornano i servi)
Anna Padre mio!
Ott. Celate, allontanate agli occhi suoi
Quell’oggetto d’orrore. (viene portato via il cadavere)
Anima mia, consolati fa core!