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Lep. Piano... piano... signore... ora ubbidisco.
O statua gentilissima
Del gran Commendatore...
Padron... mi trema il core,,.
Non pos....so... ter...mi...nar...
Gio. Finiscila, o nel petto
Ti metto - quest’acciar.
(Che gusto! che spassetto!
Lo voglio far tremar.)
Lep. Che impiccio! - che capriccio!
Io sentomi gelar!
O statua gentilissima.
Benchè di marmo siate...
Ah! padron mio... mirate...
Che seguita... a guardar... ’
Gio. Morì...
Lep. No, no... attendete...
Signor, il padron mio...
Badate ben... non io...
Vorria con voi cenar...
Ahi! ahi! che scena e questa!...
Oh ciel!... chinò la testa...
Gio. Va la che sei un baffone...
Lep. Guardate ancor, padrone...
Gio. E che degg’io guardar?
Lep. Colla marmorea testa
Ei fa... così.... così...
Gio. (Colla marmorea testa
Ei fa così... così...)
Parlate, se potete: (verso la statua)
Verrete a cena?
Com. Sì
Lep. Mover... mi... posso appena...
Mi manca, oh Dio!., la lena...
Per carità... partiamo...
Andiamo - via di qua.
Gio. Bizzarra è inver la scena!
Verrà il buon vecchio a cena!
A prepararla andiamo:
Partiamo - via di qua. (partono)
scena xv.
Appartamenti in casa di donn’Anna
Duca Ottavio e Donn’Anna
Vedrera Puniti in breve i grandi eccessi:
Vendicati sarem.
Anna Ma il padre, oh Dio!
Ott. Convien chinare il ciglio